Spunta a Ognina un nuovo “vecchio” villaggio turistico
Per un villaggio turistico che “scompare” in quell’angolo di paradiso chiamato “Pillirina”, un altro “apparirà” nell’incantevole scenario del suolo di “Suolo di Ognina”. Quel terreno in riva al mare e situato tra il piccolo porticciolo naturale di Ognina e la località balneare di fontane Bianche; proprio lì dove prima i potenti esattori palermitani, i famosi fratelli Salvo, in società con “amici” siracusani nell’ombra, allora come ora, già negli Anni Settanta tentarono di realizzare un agglomerato di villette unifamiliari da destinare al turismo di nicchia, con una serie di piscine sottoterra, con dentro acqua marina, e gli stupendi riflessi, con l’effetto del mare e della naturale scogliera, per una vista d’incanto e vacanze da sogno; dopo, secondo la voce del popolo, i Salvo, o forse insieme con loro per l’interesse del “Suolo di Ognina” spuntò anche il nome di Berlusconi, ma tutto finì nel volgere di qualche mese e nessun parlò più di quell’estensione di terreno, l’ultimo lembo di terra nel capoluogo rimasto incontaminato dal cemento, insieme al feudo della Pillirina.
Nel periodo della Giunta Bufardeci, un certo Jò Magliocco, di origine siracusana, ma americano d’adozione, in qualità di amministratore di una società di capitale, con sedi in Italia e negli Stati Uniti d’America, presentò un progetto a dir poco futuristico, sullo stile Emirati Arabi, con spazi a non finire e ville da sogno immersi in un verde dalla vegetazione particolare, almeno così descrivevano i pochi conoscitori che hanno avuto a suo tempo la possibilità di visionarne i contenuti; progetto che ebbe subito negato il necessario nulla osta da parte della Soprintendenza di Siracusa; e se perseverare e diabolico, ecco apparire un altro progetto che si è affacciato timidamente e silenziosamente nei meandri della burocrazia degli uffici tecnici comunali siracusani, che, secondo gli elaborati presentati, tra tutte le altre cose, vorrebbe tagliare in due la strada provinciale attualmente in uso, come per il precedente, e spostarla più a monte, per lasciare quella esistente in uso esclusivo al nascente, sulla carta per ora e senza un nome, “Villaggio turistico di Ognina”. Questo “nuovo” progetto sul quel terreno tanto desiderato, già di proprietà dei tanti padroni dai cognomi siracusani (ma chi sono gli attuali non è dato sapere), Campisi, Giampiccolo, Reale, Cassone e un noto professionista notaio in Vittoria nella provincia di Ragusa, è stato presentato (o ripresentato?) da una società denominata “SIRACUSA SUN LLD” con sede a Roma e a Miami, negli Stati Uniti d’America, attraverso un fiduciario, dottor Farina, per la realizzazione di un villaggio turistico; ma a ben vedere e a ben sentire gli attori del primo round di questa storia, ripetono che il nuovo progetto presentato sarebbe identico a quello “vecchio”, e per il quale la Soprintendenza si dichiarò contraria a causa della medesima prima valutazione per quello della Pillirina: la mancata osservanza in progetto dei famosi 150 metri tra la costa e il cemento.
Si deve riflettere a fondocome in un’epoca che nega l’esistenza della verità incontrovertibile, quello che non appare è sempre diverso dalla storia raccontata dai media, nei crocicchi dei bar, nei salotti della politica. In questa situazione la parola “Verità” è usata per indicare la capacità di prevalere sugli antagonisti. Tutta la vicenda legata alla realizzazione di un villaggio turistico alla “Pillirina” per merito di “Elemata Maddalena”, di proprietà del marchese, Emanuele De Gresy, da anni pieni di luce e ombre, grida e sussurra, incontri, mediazioni e promesse, connubi e accanimenti contro quel progetto che i “verdi” hanno contrastato quasi sul nascere, fino a costringere l’amministratore Emanuele De Gresy ad annunciare di abbandonare l’idea e chiedere oltre cento milioni di euro al comune di Siracusa a titolo di risarcimento del danno; ma, alla fatta dei conti, questa è semplicemente, alla fatta dei conti, una storia della politica degli affari siracusani come un’altra, dove l’oggetto del contendere è sempre uguale, e così come è stata raccontata si può definire “classica”; ma il perché della decisione finale forse non è del tutto legata alle ostilità messe in atto, dai “verdi”, o ambientalisti che dir si voglia. Nei risvolti“dell’altra storia della Pillirina” prima e ora del “Suolo di Ognina”, quella non raccontata alla pubblica opinione, troviamo una serie di perversi meccanismi dove si trovano implicati più “soggetti”, ognuno per il compito assegnatogli, per trattare e definire aspetti naturali per una concessione e una pratica così ingarbugliata e piena di ostacoli,ma con tanti interessi e tanti soldi di mezzo, sempre uguale e come il progetto di un villaggio turistico in una delle zone più belle di Siracusa, ora diventano due. I “riporti” necessari arrivano fino a Palermo, dove il clima è stato da sempre velenoso, ma altrettanto “gentile” con la giusta presentazione e formulazione adeguata, così come per il percorso burocratico insidioso, capzioso, permaloso. Ma niente problemi, avrebbero detto quei più di uno tutti insieme: “…ci possiamo pensare noi con i necessari argomenti e distanze, ravvicinabili, ovviamente”. Ma qualcosa non sarebbe andato per il verso giusto, o peggio ancora i contrasti si sarebbero appesantiti perché qualcuno voleva alleggerire i contenuti del progetto; poi i veleni, giusti o sbagliati (?), degli ambientalisti, o dei tanti” verdi”, le “tragedie” del Palazzo e via dicendo avrebbero, di fatto,complicato “l’ultima trattativa”; ed ecco forsetrovate le parole“magiche”: “…ci vuole un tantino di pazienza; occorre necessariamente aspettate che le acque si calmino. Tira… brutta aria, …magari i “juricisi stannu ‘ntirissannu a… stifatti… Pillirina”. Ma questa è la terra delle lettere anonime e del “peso” delle “gelosie” per il non nulla.
La forza del destino ascolta sempre tutte le “voci in campo” e solo dopo sceglie chi deve decidere e cosa fare.Ma quella richiesta di risarcimento del danno potrebbe essere una “circostanza”, una “condizione” per mettere cementificatori e ambientalisti ancor di più l’uno contro l’altro, tirando in ballo il mancato sviluppo economico, la crisi economica che ci stringe nella morsa della fame in una guerra tra i poveri, mentre ci sarebbe qualcuno pronto ainvestire, ma i tanti paletti sia burocratici-politici, sia ambientali-politiciavrebbero fatto saltare tutto il programma ambizioso e, “succulento” per pochi, creando così ancora tanti disoccupati e tanta miseria tra la gente tanta provata. Dalle istituzioni la consegna è stata da sempre il silenzio profondo. La domanda a questo punto è: la proprietà della “Pillirina” e del progetto abbandona tutto per paura di verdi e verdoni, oppure perché qualcuno o più di uno gli hanno detto che non si può fare più niente rispetto agli accordi e le promesse fatte e se… ?
Fate voi; ma attenzione, però, perché sullo “sfondo” appare come per incanto un nuovo scenario: la trattativa avanzata di gente “importante” con il prestanome di turno, i tanti parenti, figli, figliastri e amici, per la partecipazione in un mega attività turistica in quell’appezzamento di terreno sulla costa tra Ognuna e Fontane Bianche, chiamato il “Suolo di Ognuna” per “sistemarsi”.
Forse stavolta la regola nasconde la formula, e forsela nuova “cordata” in campo, in cambio della “liberazione” della “Pillirina”, attraverso l’approvazione di una Riserva naturale, vorrebbe lì, nel “Suolo di Ognina”, realizzare “in proprio” un bel villaggio turistico a gradimento e sul modello “ambientalista” avanzato,in quel terreno tanto bello e panoramico a due passi dall’autostrada, con l’aggiunta del porticciolo turistico naturale di Ognina già pronto,e solamente da “ristrutturare”,così con una semplice richiesta di concessione demaniale realizzare l’attività per il diporto nautico al servizio del nuovo e grande villaggio turistico a “vocazione ambientalista”di proprietà di “amici e o parenti”.
Se avete dei dubbi, non disperate: non vi rimane che attendere serenamente il prossimo tam tam mediatico, e nel frattempo pensare ad un’altra storia che pare già pronta e legata a doppio filo alla prossima richiesta della Corte dei Conti per i risarcimenti dei danni causati all’Erario, contro amministratori, dirigenti, tecnici e fate voi, per un importo del danno globale intorno ai duecento milioni di euro: Pillirina, Open Land, Cassoni alla Marina, e se abbiamo dimenticato qualcuno aggiungetelo voi cortesemente.
Concetto Alota