Strisce blu ai privati, verso il ritorno al passato…
E proprio vero che la storia si ripete. Per i siracusani potrebbe tornare a breve l’incubo delle strisce blu e dei parcheggi in generale gestite da soggetti privati, con i nuovi ausiliari del traffico “esigenti”, al solo scopo di lucro e non come servizio ai cittadini e ai turisti, riportando indietro il tempo, ed escludendo ancora una volta il rapporto sociale con il Palazzo del potere e il popolo sovrano, da sempre maltrattato.
Una telefonata “ammiccante e riflessa” avrebbe svelato, sfortunatamente per i “progettisti”, un piano scientificamente studiato al fine di speculare e lucrare ancora una volta sui parcheggi del Talete, del Molo S. Antonio, di Via Von Platen e degli stalli a strisce blue e scaricare così le “super spese” sulle spalle della collettività siracusana, già in forte difficoltà economica provocata dalla crisi in atto, dalle bollette dei rifiuti più alti d’Italia, dalla Tasi, dell’acqua “salata” e tutto il resto.
Tale siffatta condizione ampiamente annunciata, stride con il passato delle tematiche nella gestione delle strisce blu e dei parcheggi a soggetti privati, dove insistono ancora tanti strascichi e polemiche tutti da chiarire.
Gli attori e i registi per il momento rimangono ignoti e fuori, apparentemente, dai vertici del Vermexio, almeno stante il contenuto della delatoria galeotta telefonata; ma quello che è già noto è il nome del direttore della società o del gruppo che riuscirà ad accaparrarsi la gara d’appalto, o della concessione che dir si voglia. Una società del Nord Italia scenderebbe in campo nella Siracusa di Archimede per conquistare ancora una volta il territorio con la tecnica del “Cavallo di Troia”. Il suolo pubblico, dove i siracusani posteggiano le proprie auto, i camper e i pullman dei turisti, ridiventa così privato.
Un affare che, secondo alcuni consiglieri dell’opposizione, appare di primo acchito sconsiderato, specie in un momento di crisi per le casse vuote del Vermexio che si baserebbe sulla condizione preliminare a base d’asta di circa un milione di euro, per garantire al Comune di Siracusa un introito di circa cinquecentomila euro, mentre per la rimanente somma andrebbe solo il 10% nelle casse comunali e il resto nella borsa dei privati imprenditori, per un valore che potrebbe arrivare, secondi i calcoli degli esperti, fino al totale, oltre al valore di base del milione, di altri due milioni di euro circa. Operazione che comprenderebbe, manco a dirlo, l’assunzione sulla “base consortile della spartizione” di circa venti posti di lavoro, più lo staff d’ufficio e i tanti “resti” a vario titolo, già con tanto di elenco di nomi che gira nelle stanze del potere politico temporale. La notizia è trapelata dagli ambienti della politica, così come da quelli giudiziari e si aggiunge alle “attenzioni già registrate” negli ultimi due anni.
Per capire come si rivela la vita a Siracusa, così come nel resto della Sicilia, bisogna viverla. Qui i ritmi sono lenti ma a tratti frenetici, falsi e galeotti. I negozi chiudono e aprono senza una regola; le indicazioni stradali sono poche e fatte male, oltre che confusionarie; la politica non è una cosa utile, ma privatamente maltrattata; la spazzatura è raccolta quando si può e le strade sono un immondezzaio a cielo aperto. Il Traffico perennemente impazzito. La raccomandazione è obbligatoria, e via così fino in fondo pagina. All’inizio ciò irrita, ma poi piano piano ti convinci che esistere e vivere con lentezza, ipocrisia e con tante comodità, alla fine ti piace.
“L’intera storia d’Italia – e gran parte di quella Europea – sembra concentrarsi in questa terra singolare e affascinante”. Scrive Francine Prose nell’avvincente resoconto di un viaggio attraverso la terra, la storia e il presente contraddittorio della Sicilia. Con occhio acuto e grande arte narrativa, la Prose nel suo libro, “Odissea siciliana”, cattura i luoghi e le sue genti proponendo un racconto denso di vita quotidiana, meravigliosi aneddoti e un’esplorazione attenta del passato. Dallo splendore dell’anfiteatro greco di Siracusa alla fantasia del barocco seicentesco di Noto, dal piacere del girovagare tra le botteghe dei quartieri, allo sfarzo del carnevale di Acireale: la Prose, con consumata maestria e dalle sue parole appare immediatamente chiaro come questa terra mediterranea abbia potuto stregare chiunque l’abbia visitata nel corso dei secoli. Peccato che non conosce le “magiche strisce blu” siracusane.
“È facile essere felici in Sicilia, ma è un’operazione che richiede un adattamento biologico oltre che culturale: bisogna imparare a vivere il tempo alla maniera siciliana”.
(Odissea siciliana – Francine Prose)
Concetto Alota