Terzo caso di morte in carcere nel giro di un mese nel Siracusano
Nella casa circondariale di Siracusa un uomo di 42 anni, della provincia di Palermo, ha compiuto il gesto estremo mentre si trovava da solo in cella. L’episodio è avvenuto nel primo pomeriggio e ad accorgersi del fatto sono stati due detenuti, che con il dirigente sanitario, hanno tentato invano di rianimare la vittima con un massaggio cardiaco.
Il detenuto era giunto da qualche giorno all’istituto di pena siracusano, trasferito dal carcere di Brucoli per trovare maggiore tranquillità. “Parlando con i suoi colleghi – spiega il garante dei detenuti della casa circondariale, Giovanni Villari – non ci sarebbe stato alcun segno premonitore. Sembrava sereno e, poco prima di ritirarsi nella stanza, aveva anche fatto la spesa”. La Procura di Siracusa ha aperto un’inchiesta per questo nuovo caso di suicidio tra le sbarre che si aggiunge alla morte di due detenuti a seguito dello sciopero della fame che avevano inscenato nel carcere di Augusta e al tentativo di suicidio di un altro detenuto sempre nella casa di reclusione megarese. Si tratta del terzo morto nel giro di trenta giorni negli istituti di pena della provincia aretusea.
Intanto, per i due casi di Augusta, il ministro per la Giustizia, Carlo Nordio, ha annunciato “doverose attività ispettive” per verificare quanto avvenuto. Rispondendo a un’interrogazione del senatore Antonio Nicita, il Guardasigilli ha detto: “Non sono emersi deficit dei doveri a cui è tenuta l’amministrazione penitenziaria ma vi sarebbero pluralità di competenze”.
“Questi episodi – ha commentato Villari – rappresentano una sconfitta perché non ci accorgiamo del malanno interiore vissuto da alcuni detenuti”.