Traffico di ossicodone, il gup deciderà se il processo si farà a Siracusa o a Catania
Il gup del tribunale di Catania Luca Lorenzetti, si è riservato sull’eccezione sollevata sia dall’accusa sia dalla difesa sul tribunale di competenza in cui si dovrà celebrare il processo scaturito dall’operazione denominata “Fast shipping”, portata a termine dal commissariato di Augusta e dalla Compagnia delle fiamme gialle megarese con il coordinamento della Dda di Catania. A sollevare il quesito è stato il pm Giuseppe Sturiale ma anche il collegio di difesa dei numerosi imputati. Il giudice scioglierà la riserva in occasione della prossima udienza, fissata per la metà di aprile. In buona sostanza, qualora il giudice dovesse disporre il rinvio a giudizio per gli imputati, dovrà stabilire quale tribunale sarà competente, quello di Catania o quello di Siracusa.
Al vaglio della giustizia c’è la posizione di una trentina di imputati, tra cui diversi medici che tra il 2015 al 2019 avrebbero organizzato un traffico di un farmaco da cui si ricavano sostanze stupefacenti. Dalle indagini era emerso che le farmacie di Augusta avevano rilasciato 3mila confezioni quando in un anno al massimo ne sono prescritte poche decine. Un giro d’affari da 100mila dollari al mese per una cinquantina di spedizioni oltreoceano, monitorate dagli investigatori.
Per gli inquirenti vi sarebbe stato un giro d’affari da 100mila dollari al mese per una cinquantina di spedizioni oltreoceano, monitorate dagli investigatori. Associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti tra l’Italia e gli Stati Uniti, prescrizione abusiva di farmaci, truffa aggravata ai danni del servizio sanitario nazionale, ricettazione e falsità commessa dal pubblico ufficiale in certificazioni, sono i reati contestati, a vario titolo agli imputati.
Secondo gli inquirenti, i medici si prestavano a rilasciare le ricette per il ritiro in farmacia delle confezioni di ossicodone. Una volta intuito che le confezioni del farmaco erano destinate negli Usa. La presunta associazione, avvalendosi dei medici compiacenti, riusciva a reperire il farmaco mediante la prescrizione di medicinali a favore di persone decedute o che non necessitavano della terapia.