Turismo siracusano in netto calo
In poco più di 7 mesi del 2019, il turismo a Siracusa e in provincia ha segnato il passo. Un’inversione di tendenza che, per certi versi, era attesa, visto che la percentuale di presenze sul territorio è stata in crescita negli ultimi anni grazie alla concomitante crisi politica e sindrome da attentati terroristici che hanno penalizzato i paesi nord africani. La forbice del calo dei turisti oscilla tra il 15 e il 18% dall’inizio dell’anno. Un fenomeno che preoccupa gli operatori del settore. “Questa volta non mi sentirete con l’entusiasmo di altre occasioni – esordisce Giuseppe Rosano, presidente dell’associazione Noi Albergatori – il turismo non sta andando bene in questo periodo. Stiamo cercando di capire quali siano le motivazioni del calo di presenze soprattutto nel capoluogo dove forte si è registrata la flessione nel mese di marzo. Anche maggio non è andato bene, pur in concomitanza con le rappresentazioni classiche mentre a luglio è stato quasi un disastro. Le previsioni non sono certamente confortanti, atteso che per i mesi di agosto e settembre la proiezione è nettamente inferiore rispetto al trend dello scorso anno, dove abbiamo registrato un boom di presenze”.
Sull’andamento del turismo in provincia è d’accordo anche il consigliere della Camera di commercio del Sud-est, Sandro Romano: “L’andamento delle presenze turistiche è in linea con i dati regionali e, quindi, nettamente in ribasso. Si registra una flessione sulle presenze, che, per la verità, avevamo anticipato tre anni fa. E’ normale che ciò avvenga se si considera che nell’area del Mediterraneo con la stabilizzazione delle turbolenze politiche e la riduzione degli attentati, i turisti trovino più conveniente andare lì dove ci sono anche più servizi ed efficienti infrastrutture”. In previsione della stagione del 2020, gli operatori turistici e gli albergatori stanno cercando i metodi per arrestare l’emorragia. “Stiamo verificando – continua Rosano – con l’amministrazione comunale quali siano le cause della sofferenza. Sappiamo di non essere soli perché anche Agrigento ha accusato numeri ridotti di presenza di turisti non ma non ci dobbiamo adagiare. La riapertura delle frontiere nel Nord dell’Africa, in Egitto e in Turchia, in particolare, incoraggia i turisti stranieri a prediligere quei luoghi. In questo gioca un ruolo importante la politica dei prezzi: dalla Germania si vola a Sharm el Sheik con 500-600 euro compreso il soggiorno e l’open bar. I nostri prezzi per i trasporti non sono competitivi per cui il turista non è incoraggiata a venire in Sicilia”.
Rosano ammette che alcune problematiche sono prettamente interne: “Sono tanti gli esercizi di ricezione turistica abusivi che rappresentano una concorrenza sleale. Fare altro che segnalare gli interventi toccano ad altre istituzioni”.
Sull’aspetto dell’abusivismo anche Romano sembra avere le idee chiare: “Il calo delle presenze turistiche non si può definire perché vi sono molte situazioni di abusivismo che guardia di finanza sta mettendo in luce. La Confcommercio Sicilia ha eseguito un egregio lavoro di concerto con gli operatori turistici asiatici. Oggi su 3 milioni di cinesi in visita al nostro paese, solo 40mila scelgono la Sicilia. Di recente sono stati stretti accordi con più grande tour operator cinese e si prevedono numeri piuttosto importanti di presenza di turisti cinesi anche nella nostra provincia”.
Francesco Nania