Ultima serata de “Il mese del documentario” a Noto
Grande ultima serata de “Il mese del Documentario” ieri al Teatro “Tina Di Lorenzo” di Noto. Il Collettivo Artistico FrameOff, Licia Castoro, Francesco Di Martino, Giuseppe Portuesi e Francesco Valvo dal palco hanno, prima della proiezione, ringraziato quanti nelle cinque serate sono stati presenti e partecipi con i loro interventi e con il loro voto, che verrà reso noto mercoledì in occasione della cerimonia di Premiazione in programma a Roma. A salutare l’iniziativa che il Comune di Noto ha sposato con entusiasmo, insieme con altre 9 città italiane e 4 straniere, il Sindaco Corrado Bonfanti: “Abbiamo creduto in questo settore artistico, con presenza e sostegno al Collettivo FrameOff, riconoscendo le capacità e la voglia di portare nella nostra Città qualcosa di nuovo. E’ iniziata come una scommessa, che riteniamo vinta per i passi e la crescita compiuta sin qui, compreso l’essere entrati con merito e titolo nel circuito internazionale”. Ed a sottolineare la valenza delle parole del Primo Cittadino è stata la presenza in Città, proprio alla chiusura di manifestazione, di una delle organizzatrici de “Il mese del Documentario”, Maud Corino: “5 film, 14 città, 70 proiezioni dalle quali verrà fuori il nome di chi si aggiudicherà il Doc/it Professional Awards e gli altri riconoscimenti, come quello del pubblico. Siamo alla terza edizione che abbiamo arricchito con le città straniere che speriamo di portare avanti anche nella prossima edizione”. Poi, spente le luci, ecco l’ultimo film, l’unico in concorso firmato da una donna, Valentina Zucco Pedicini che racconta proprio di una donna, l’unica lavoratrice dell’ultima miniera di carbone italiana, Patrizia Saias. “Respira, respira piano, i tuoi occhi si abitueranno al buio”, così Patrizia inizia il suo racconto, mentre si scende giù, nel ventre della terra, 500 metri sottoterra, con i colleghi ( in tutto 150. gli ultimi 150 minatori italiani); un rosario tra le mani, come unico amico e conforto, perché ogni volta che si sale su quell’ascensore si sa bene a cosa si va incontro ed a cosa potrebbe accadere, ogni maledetta volta. L’autrice osserva e registra, coglie e propone la realtà buia (in tutti i sensi ), dei lavoratori della Carbosulcis, compresa la protesta per tutelare il proprio lavoro, e lo fa con inquadrature suggestive: le mani, i volti anneriti, le brevi chiacchierate tra colleghi. “Dal Profondo” è stata decretata migliore opera al “Visioni Fuori Raccordo Film Festival”. Applausi sui titoli di coda e saluti finali affidati al Collettivo FrameOff insieme con Maud Corino, adesso la parola passa ai giurati, il cui verdetto conosceremo mercoledì a Roma.
Emanuela Volcan