Un corteo per chiedere verità sulla morte di Eligia e Giulia
Oltre un centinaio di persone ha raccolto l’appello dei familiari di Eligia Ardita, l’infermiera 35enne siracusana, scomparsa in maniera prematura insieme con la figlioletta che portava in grembo il 19 gennaio scorso. Un corteo che si è mosso dalla via Giarre per proseguire per viale Santa Panagia e confluire davanti al Tribunale, come simbolo di Giustizia e di verità, quelle che cercano i familiari di Eligia, cinque mesi dopo la morte della loro congiunta. Ad aprire il corteo padre Aurelio Russo, che ha tenuto per mano per tutto il tragitto i fratelli della vittima. Al loro fianco tante persone con le magliette bianche con la scritta “Giustizia per Elisa e Giulia”, la stessa scritta riportata su uno striscione in testa al corteo. Prima di muoversi, padre Aurelio ha tenuto una breve benedizione e ha lanciato un monito perché magistratura e forze dell’ordine diano al più presto una soluzione al giallo della morte di Eligia Ardita e della piccola Giulia.
Una folla silenziosa che ha voluto dare forza alla richiesta dei familiari di trovare una risposta al mistero che fino ad oggi avvolge la prematura scomparsa di Eligia. “Devo ringraziare tutte le persone che hanno voluto essere al nostro fianco in questa serata per noi triste e di profonda commozione – ha detto Tino Ardita, il padre di Eligia, che fa ricorso a tutta la forza interiore per trattenere le lacrime – Siamo scesi in strada per chiedere giustizia e soprattutto di sapere per quale motivo mia figlia sia morta. Da quando abbiamo ricevuto l’esito dell’esame autoptico, ci chiediamo che cosa sia potuto accadere nell’abitazione di mia figlia quella sera. So soltanto che l’abbiamo lasciata serena dopo avere cenato e dopo qualche ora ce la siamo ritrovata cadavere in ospedale”.