Unionports Augusta: il Gnl galleggiante non è un rigassificatore
Il progetto è stato presentato alla città e alle forze imprenditoriali, sociali, ambientaliste. Un progetto che dimostra come il deposito di GNL (Gas Naturale Liquefatto) galleggiante e con propulsione autonoma, è un impianto sicuro.
Il deposito di GNL nel porto di Augusta prevede l’arrivo del gas già liquefatto, lo stoccaggio con prodotto liquefatto ed il suo trasferimento alle navi e altri mezzi di trasporto sempre in forma liquefatta. Un sistema che le attuali tecnologie possono realizzare in estrema sicurezza. E, dati alla mano, anche se parlassimo di un deposito con tecnologie precedente i dati ci dicono che negli ultimi trenta vi è stato un solo incidente nel mondo. E senza alcuna vittima.
Ma il progetto presentato l’altra sera al Consiglio Comune è un sofisticato e complesso sistema di tecnologia avanzata e più che sicura. Se qualcuno intende confondere un “deposito” di gas liquido con una “rigassificatore” fa una cattiva informazione, ed in mala fede. Inoltre, chi si imbarcherebbe in un progetto che costerà decine di milioni con il rischio di perdere l’investimento?
Il deposito di GNL ad Augusta è una opportunità per l’intera Sicilia. Tutti i programmi e gli studi internazionali, come l’INTERNATIONAL ENERGY OUTLOOK, ci dicono che il mercato del GNL è in forte espansione e per il 2040 si prevede che gli scambi a livello mondiale saranno circa tre volte superiori a quelli attuali.
Già adesso una buona parte del traffico via mare (ma anche via terra) avviene con propulsori a GNL. Tutti i i principali porti del Mediterraneo si sono attrezzati in tal senso, mentre i grandi armatori (ma anche la Marina Militare) vedono nel GNL il combustibile del futuro, che rispetta le linee di riduzione di emissioni inquinanti e produzione di gas serra.
Quindi il GNL ci farebbe andare verso la ecosostenibilità tanto richiesta dalla opinione pubblica mondiale e perseguita dai programmi sovranazionali, come consentirebbe al porto di Augusta di rimanere nel mercato. Poiché senza un deposito come potrebbero fare bunkeraggio le navi in transito? E come potrebbe operare il nostro apparato industriale. E, inoltre, da non trascurare le opportunità di filiera come la catena del freddo.
Su ciò bisogna seriamente riflettere, superando finalmente disinformazione e pregiudizi. Facendo tutti un passo in avanti, la cultura d’impresa come le culture politiche ed ambientaliste.
Davide Fazio
Presidente Unionports