Versalis fa intervenire le forze dell’ordine, le tute blu fanno sciopero
Questa mattina i metalmeccanici hanno scioperato alla Sonatrach per un salario dignitoso e per pretendere rispetto. Nel petrolchimico, dopo la provocatoria lettera di denuncia inviata nei giorni scorsi da Versalis nel tentativo di criminalizzare i presidi dei lavoratori, si è scritta un’altra pagina nera contro il diritto di sciopero sancito dalla nostra costituzione. La Sonatrach il primo novembre ha fatto intervenire le forze dell’ordine. Questa mattina la risposta dei lavoratori non si è fatta attendere.
“I diritti dei lavoratori sono ormai un costo per questi piccoli dittatori del profitto – affermano i segretari di Fim Cisl – Fiom Cgil – Uilm Uil
Angelo Sardella, Antonio Recano, Giorgio Miozzi -ma i metalmeccanici in questi mesi hanno intrapreso una battaglia di legalità e di dignità, normativa e salariale, che intendono portare fino in fondo. Il settore degli appalti è composto da circa 7 mila unità, che subiscono livelli di precarietà, sfruttamento e pressione coercitiva ormai insopportabili, tutto questo è la rappresentazione plastica del degrado che soffre, oggi, il lavoro all’ombra del Petrolchimico.
Oggi i lavoratori degli appalti, con il loro bagaglio di competenze e professionalità subiscono la pressione di un sistema industriale autoritario, che ha trasformato i lavoratori in una massa di “avventizi” costantemente sottomessa al ricatto di finire dentro il vortice della disoccupazione. Le aziende in questi anni, usando come scudo la crisi, hanno continuato ad ignorare le richieste sindacali di ridare valore e dignità al lavoro metalmeccanico, che come dimostrato in questi giorni è indispensabile per il funzionamento e la sicurezza degli impianti.
Ma come dimostra quanto accaduto oggi per affrontare alla radice questa situazione non basta più la lotta a livello categoriale o aziendale, sarebbe necessario costruire un fronte ampio di tutti i lavoratori, che vada oltre le giuste richieste di carattere sindacale e si ponga su un terreno di lotta e di generale scontro contro un sistema industriale sordo ed arrogante. Fim, Fiom e Uilm continuano a credere che il percorso unitario intrapreso debba diventare elemento di una pratica di lotta che metta insieme, la giusta ridistribuzione di una quota del profitto realizzato con la partecipazione dei metalmeccanici e denunci la pericolosa
condizione di oggettiva insicurezza che oggi vive il Petrolchimico.
“La sfida che ci attende si consuma in condizioni difficili ma dobbiamo essere in grado di rimettere al centro l’organizzazione delle lotte e riconquistare sicurezza, salario e dignità. Occorre che ognuno non ceda alla logica del “nessuno è colpevole”, del “nulla può cambiare sotto il sole”, con la consapevolezza, la forza e la determinazione che ci hanno sempre caratterizzato. Seneca diceva “Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare”, noi siamo i metalmeccanici sappiamo da dove veniamo e abbiamo chiaro dove vogliamo andare”.