Vicenda servizio idrici, la Procura: nessuna fuga di notizie
Nel triangolo dei veleni siracusani, tra i duellanti si trovano ancora una volta i giornalisti. Questa sono tirati in ballo per la paventata fuga di notizie nella pubblicazione della richiesta di rinvio a giudizio nei confronti del sindaco Garozzo e dell’ing. Borgione per la vicenda dell’affidamento del servizio idrico. Per il sindaco, sarebbe stato violato il diritto alla difesa con la pubblicazione di un atto di cui non era a conoscenza. Il primo cittadino dichiara di volere a questo punto affrontare il processo per dimostrare che il proprio operato è stato dettato da situazioni di assoluta emergenza.
La polemica è sul piano procedurale sui modi del dispositivo previsto dall’articolo 416 del codice di procedura penale, che s’integra chiaramente con l’articolo 415 bis, e l’appunto sull’opportunità della pubblicazione sui mezzi d’informazione della richiesta della procura di rinvio a giudizio degli indagati quando i fatti rispondono a verità. Cosa diversa ovviamente se sono pubblicate menzogne. Il senso logico è dettato giacché la posizione dell’indagato si trasforma in imputato. Cassazione sentenza del 24 novembre 2014. E in merito gli uffici della procura di Siracusa chiariscono che non c’è stata alcuna fuga di notizia: “Non è un atto d’indagine – è affermato dalla Procura – perché con la conclusione delle indagini finisce il segreto, inoltre la notizia si era già diffusa e non per determinazione della procura, nessuna lesione del diritto di difesa in quanto gli indagati erano già a conoscenza dell’imputazione tramite un atto che prelude alla richiesta di rinvio a giudizio”.
Tutto ciò è democrazia, il resto è prevaricazione da qualunque parte arrivi e a chiunque sia destinata. Quello che stride sono le minacce velate contro chi non ama schierarsi e fa semplicemente il proprio dovere di cronista. Il linguaggio pungente non può da solo comunicare alla pubblica opinione i propri desiderata; e questo vale per inquirenti, investigatori, politici e giornalisti.Si tratta di un codice etico in base al quale ciascuno ha diritto a un trattamento giusto, oltre al dovere e la responsabilità di assicurare la giustizia anche agli altri.
Concetto Alota