Vinciullo: “Sindaco, dimettiti”, Garozzo: “Non baratto le dimissioni”
I consiglieri comunali di Nuovo centrodestra Salvatore Castagnino e Fabio Alota si dicono pronti a a dimettersi dalla carica se anche il sindaco Garozzo fosse disposto a fare lo stesso. Per tutta risposta, il sindaco li apostrofa come sciacalli.
La sfida è stata lanciata dal parlamentare regionale Enzo Vinciullo ceh sul caso Gettonopoli dice di appellarsi al verbo di Renzi, che ha chiesto al ministro Lupi di fare un passo indietro cosa che a sui giudizio dovrebbe fare anche il sindaco Garozzo, renziano di ferro.
Il gruppo consiliare del Nuovo centro destra sostiene anche che la legge elettorale numero 30 del 2000, non sarebbe da cambiare ma soltanto da applicarla ricorrendo al buon senso.
Non si è fatta attendere la replica da parte del primo cittadino siracusano. “Aspettavo con ansia che arrivassero gli sciacalli e come pensavo non ho dovuto attendere molto. Visto che si parla di costi della politica vorrei ricordare al deputato regionale Vincenzo Vinciullo che il primo atto della mia giunta è stato ridurre l’indennità di sindaco e assessori del 20 per cento recuperando somme utilizzate per finanziare progetti a sostegno di giovani e disoccupati. Non mi risulta che, nonostante i tanti ruoli anche di amministratore locale, Vinciullo abbia fatto la stessa cosa, con l’aggravante che oggi percepisce svariate migliaia di euro nella qualità di parlamentare regionale, stessa cosa vale per i suoi “compagni” di partito con ruoli istituzionali, mai un taglio o una riduzione”. E’ con queste parole che il sindaco Giancarlo Garozzo replica alle accuse lanciate dal deputato regionale Vincenzo Vinciullo.
“Per quanto riguarda la richiesta di rimettere il mio mandato, le dimissioni non si annunciano né si barattano – ha aggiunto Garozzo -. Se i consiglieri che fanno riferimento a Vinciullo si sentono responsabili di quanto accaduto facciano un passo indietro. Mi chiedo poi per quale ragione l’onorevole Vinciullo invece di lanciare attacchi a questa amministrazione comunale non sia intervenuto in tutti questi mesi, in qualità di deputato regionale, per modificare la legge regionale 30 del 2000. Quando fa riferimento all’ex ministro Maurizio Lupi mai riferimento fu più calzante, anche perché vorrei ricordare che le responsabilità, nel caso in cui venissero confermate, sono soggettive e non per questo si chiedono le dimissioni del capo del governo Matteo Renzi”.