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Il CAS lascia la Cassibile-Rosolini in stato di abbandono

La Cassibile – Rosolini, gestita dal Consorzio per le Autostrade Siciliane, è in stato di totale abbandono, il manto stradale presenta veri e propri avvallamenti che rendono pericolosa la sua percorrenza, l’illuminazione negli svincoli autostradali di Noto e di Avola manca, con la sola eccezione della rotatoria all’uscita dello svincolo di Noto.

La pseudo nuova bretella, inaugurata da qualche settimana, che doveva portare a Pachino e Portopalo, invece si ferma su una strada provinciale, che non è di 3 chilometri, come è stato detto, ma di meno di 2 chilometri, anch’essa al buio, con un palo che sembra cadere, da un momento all’altro, sulla strada. Lo dichiara Vincenzo Vinciullo.

La cosa che laccia stupefatti è che i lavori di realizzazione dell’opera, appena conclusi, che quindi si pensava fossero stati collaudati, sono ripresi, come si può notare dalle foto allegate.

Addirittura, un tratto di strada è stato ampiamente scavato e ricoperto momentaneamente da lastre di acciaio.

E’ chiaro che non si può consentire a nessuno e meno che mai al Consorzio per le Autostrade Siciliane di lasciare una strada appena completata (SIC) in totale stato di abbandono e di pericolo.

La disgrazia di qualche sera fa deve richiamare tutti al senso di responsabilità e della corretta amministrazione delle cose pubbliche.

Sarebbe curioso capire chi ha collaudato le opere inaugurate, chi si è assunto la responsabilità di consentire l’apertura di una strada che, come possibile evincersi dai cartelli, è ancora un cantiere a cielo aperto.

Ma si è mai aperta, nel passato, una strada senza avere un collaudo almeno provvisorio o le leggi sono cambiate e si consente adesso di aprire una strada-cantiere con i lavori ancora in corso?

Credo che, ancora una volta, ha concluso Vinciullo, il Consorzio per le Autostrade Siciliane stia peccando di superficialità e di arroganza nei confronti di un territorio, quello siracusano, che ha dato moltissimo al CAS e che, fino ad oggi, sta ricevendo, con molta lentezza, risposte che non sono adeguate alle necessità e ai diritti del territorio.

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