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Zona rossa, scuole aperte a Siracusa: sui social si scatena la polemica

L’attenzione generale, oltre che all’evoluzione della pandemia, è rivolta anche all’imminente zona rossa che interessa la Sicilia da domani. Sul suo profilo social, il sindaco Francesco Italia, ha pubblicato il vademecum per il nuovo lockdown, aderendo in pieno all’ordinanza del presidente della Regione siciliana anche per quel che concerne le scuole. Mentre, ad esempio, il sindaco di Priolo Pippo Gianni (e altri come lui in provincia), ha deciso in piena autonomia di chiudere tutte le scuole di ogni ordine e grado nel suo comune, il primo cittadino siracusano mantiene le lezioni in presenza per le primarie e per le prime classi delle scuole medie inferiori. Molti i commenti postati, molti critici rispetto alla scelta di mantenere aperte le scuole.

“La zona rossa dovrebbe servire a limitare gli spostamenti. Con la scuola aperta, si costringerà i genitori a uscire due volte al giorno per prendere i bambini a scuola”, commenta R. Beccaria. “Ci saranno lo stesso assembramenti tra figli, genitori, operatori scolastici e insegnanti. Perché rischiare la vita di figli e nipoti?”, si chiede C. Rovella mentre A. Modica, una mamma preoccupata, riflette a voce alta: “Trovo assurdo che mia figlia di sei anni vada a scuola mentre mio figlio che va in seconda media fa la didattica a distanza”. C’è chi esorta il sindaco al buon senso come S. La Rosa: “Credo sia opportuno fare un gesto di buon senso, al di là delle direttive della Regione. Non si può essere sordi e miopi di fronte all’attuale scenario in cui stiamo vivendo”. 

Poi c’è un’insegnante, L. Platania che invita il primo cittadino a trascorrere “un giorno in una qualsiasi scuola dell’infanzia. Per quanti sforzi ognuno di noi faccia, per quanto impegno e attenzione ognuno di noi ci metta in quello che fa, le assicuro che il pericolo di contagio c’è. I bambini sono senza mascherina, si abbracciano, si toccano, si coccolan. Non possono bastare i litri di amuchina e di disinfettanti che usiamo. Non siamo né capaci di magie né, purtroppo, invulnerabili”. 

Non solo critiche ma anche diversi commenti favorevoli alla scelta del sindaco come nel caso di B. Campailla: “I bambini hanno bisogno di socializzare, di apprendere a scuola e non con i tablet. Poi, qualcuno mi spieghi con mascherine e distanziamento come s’infettino i bambini”, mentre F. Cugno Garrano  attacca chi “fino a settembre rompeva le scatole che le scuole dovevano aprire accusando gli insegnanti di essere faanulloni e ora vuole le scuole chiuse”, mentre un’altra donna lo invita a “non dare retta a coloro che vogliono le scuole chiuse” perché “non dico tutte ma un bel po’ di loro sono le stesse persone che il mercoledì vanno alla fiera e per le feste hanno giocato a carte con parenti e amici”. 

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